I trattamenti remineralizzanti: quando, come e perché!
Il fenomeno della demineralizzazione della superficie esterna del dente (smalto) è sempre più frequente a causa di svariati fattori, che tra poco vedremo, e oggi igienista dentale/dentista non possono non conoscerne gli approcci clinici.
Prima di parlare di demineralizzazione e remineralizzazione è bene però capire come è fatto un dente.
Se immaginiamo una sezione di dente possiamo vedere che è composto da diversi strati: lo strato più esterno è lo SMALTO, quello intermedio è la DENTINA e al centro troviamo la POLPA.
Lo smalto è il tessuto mineralizzato più duro che abbiamo nel nostro corpo ed è composto per più del 90% da idrossiapatite, tessuto mineralizzato inorganico organizzato in cristalli. Per la restante percentuale è composto da acqua e una componente organica proteica e lipidica.
La dentina è meno mineralizzata, perché contiene circa il 60% di idrossiapatite, circa il 20% di matrice organica e il 10% di acqua.
La polpa è il “cuore” del dente: contiene il plesso nervoso che da lì si irradia con terminazioni nervose anche nella trama della dentina (ricordatevi questa cosa che è importante).
La superficie esterna dello smalto vive, a livello microscopico, un continuo rimaneggiamento: può leggermente dissolversi e ricomporsi inglobando i sali minerali contenuti nella saliva. E’ un processo fisiologico e in costante equilibrio: è la natura che ha voluto che funzionasse così.
Ci sono delle condizioni però che interferiscono su questo delicato equilibrio e rallentano o rendono impossibile il ricomporsi della superficie dello smalto provocandone la dissoluzione, l’assottigliamento fino a provocare l’esposizione della dentina (che contiene terminazioni nervose ed è molto meno mineralizzata, quindi meno resistente).
Il consumarsi dello smalto può portare a fenomeni di ipersensibilità perché ci si avvicina allo strato della dentina (terminazioni nervose!) e ad una aumentata porosità dello smalto che favorisce l’accumulo di batteri, che producono a loro volta acidi in grado di peggiorare la dissoluzione fino a creare delle vere e proprie cavità (buchi = carie!!).
Quali sono le condizioni che influiscono sul consumarsi dello smalto interferendo in quel gioco di equilibrio tra dissoluzione (che si chiama DEMINERALIZZAZIONE) e ricomposizione?
– il PH salivare (in condizioni di acidità lo smalto si dissolve)
– l’assenza di composti fluorati nella saliva (il fluoro è in grado di legarsi alla superficie dello smalto ed è molto più resistente al ph acido… quindi è utilissimo per proteggere lo smalto!)
– la quantità di saliva (meno ce n’è e meno protegge la superficie dello smalto)
– la presenza di placca batterica sulla superficie dentale ( i batteri producono degli acidi che demineralizzano…)
Vuoi scoprire tutti i segreti per avere una bocca felice? Non perderti il mio libro!
DISPONIBILE IN TUTTE LE LIBRERIE!
Erosione dello smalto: quando avviene?
Per fare esempi concreti di pazienti che possono andare incontro a fenomeni di demineralizzazione:
– chi soffre di reflusso (ph acido in bocca)
– chi soffre di disturbi del comportamento alimentare (ph acido in bocca)
– chi soffre di secchezza delle fauci, xerostomia, sindrome di sjogren, assume farmaci che provocano una minor produzione salivare
– chi non ha mai utilizzato un dentifricio al fluoro nemmeno per sbaglio
– chi non riesce ad eliminare efficacemente la placca batterica o è in una condizione che ne impedisce oggettivamente una rimozione efficace ( apparecchi ortodontici, disabilità, allettamento ecc)
– chi beve tanta cocacola (ph)
– i nuotatori a livello agonistico (l’acqua della piscina è clorata = ph!)
– chi beve tutte le mattine acqua e limone (ph)
I fenomeni fin qui descritti prendono in considerazione il fenomeno della dissoluzione dello smalto (erosione) che se non interecettata può portare a importanti problemi di ipersensibilità dentale e carie.
E l’abrasione dello smalto cos’è?
Parallelamente a questi però c’è anche il fenomeno dell’abrasione dello smalto, che può avvenire anche in concomitanza con l’erosione e si tratta di quei casi in cui lo smalto subisce degli attacchi meccanici/fisici e si consuma. Come per esempio la presenza di un piercing che sfrega sui denti.
Il fenomeno del bruxismo invece più che nell’abrasione, si identifica nell’attrito: sempre di origine meccanica. Un esempio su tutti è il paziente che digrigna i denti e quindi si ritrova negli anni ad avere sempre meno smalto.
In realtà il fenomeno che genericamente definiamo come USURA DEL DENTE, è multifattoriale poiché sono tante le cause che agiscono (anche simultaneamente) e che portano al risultato: il dente da demineralizzato diventa “consumato”. Questo è un capitolo davvero complesso dell’odontoiatria e sviscerarlo tutto in un solo articolo è impossibile. Io qui vi sto fornendo le informazioni di base per farvi capire quanto è importante preservare l’integrità dello smalto.
Cosa fare quindi se capiamo di essere uno dei casi descritti?
La prima cosa da fare è segnalarlo al dentista o all’igienista dentale, che potranno valutare, osservando i vostri denti, la presenza di processi di demineralizzazione/usura in atto.
Dopo chi che insieme si valuteranno gli approcci preventivi o già terapeutici.
Si può remineralizzare lo smalto?
Oggi esistono diverse formulazioni in grado di rallentare significativamente la progressione delle demineralizzazioni (erosione /abrasione) ed eliminare il problema della sensibilità.
A seconda delle esigenze cliniche si possono valutare dentifrici, collutori e impacchi con prodotti tipo mousse o creme.
Cosa devono contenere per REMINERALIZZARE?
Il fluoro abbiamo capito che è fondamentale in quella fase fisiologica di dissoluzione/ricomposizione della superficie dello smalto ed è il componente più studiato in assoluto: sfavorisce i processi di demineralizazione e promuove la remineralizzazione. Da indicazioni Ministeriali tutti dovremmo usare quotidianamente un dentifrico al fluoro proprio per la sua azione importante nella prevenzione della carie.
Tra i dentifrici al fluoro più famosi segnalo l’Elmex Professional Protezione Carie.
Il fluoro tuttavia si è dimostrato sì molto efficace in superficie, creando uno scudo sullo smalto, ma per arrivare più in profondità possono essere utili altre molecole:
1. idrossiapatite bioattiva e biomimetica
L’idrossiapatite è la sostanza mineralizzata di cui è composto il dente e cercare di reintegrarla è stata dimostrata una scelta vincente. Da sola non si riesce a legare allo smalto e alla dentina quindi va integrata con altri principi funzionali, come il fluoro.
Un dentifricio che presenta questa caratteristica è il Curasept Biosmalto, presente in due versioni formulate per carie-abrasione-erosione e denti sensibili.
Altre formulazioni con idrossiapatite biomimetica contengono zinco carbonato, come la linea Biorepair, che non contiene Fluoro ma ha comunque un buon potere remineralizzante e desensibilizzante.
2. Calcio Fosfato Amorfo (ACP)
Il Calcio Fosfato Amorfo (ACP) è considerato un precursore dell’ Idrossiapatite ed è indicato nella remineralizzazione sia dello smalto che della dentina.
Si trova in formulazioni mousse per applicazioni con il dito o con bite per far sì che il tempo di contatto con i denti sia maggiore rispetto al quello con il dentifricio.
E’ presente nella GC Tooth Mousse dove è legato ad un derivato della caseina del latte, di cui è stato dimostrato un valore anticarie e antiplacca, motivo per cui è indicata nelle white spot (demineralizzazioni di origine cariosa, approfondimento QUI) per periodi lunghi ( minimo 30 giorni).
L’ ACP è presente anche nella Mousse Biosmalto (versione blu), addizionata di fluoro e citrato. Questa combinazione sembra andare incontro ad esigenze trasversali ed è impiegata nella prevenzione della carie e in caso di erosione ed abrasione. Inoltre non avendo il derivato della caseina non contiene allergeni di origine animale.
La GC Tooth Mousse e la GC MI Paste (versione addzionata di fluoro) è molto difficile da trovare fuori dagli studi dentistici. E’ possibile acquistarlo in sicurezza (ovvero non contraffatto e conservato in maniera consona) in questo shop online dedicato alla salute del sorriso: sorrisodeciso.it
Questi sono solo alcuni esempi di prodotti remineralizzanti. E’ fondamentale rivolgersi al proprio Igienista Dentale di fiducia per valutare modalità e tempi terapeutici in base alle condizioni dello smalto.
Rimane buona norma utilizzare prodotti remineralizzanti anche a scopo preventivo, come per esempio le mousse applicate con cadenza regolare nel tempo. Anche qui, vi invito a rivolgervi al vostro clinico di riferimento.
Come sempre sono a vostra disposizione per dubbi, domande e perplessità!
Tatiana
Mi trovate anche su Instagram!
Fonti Bibliografiche:
La remineralizzazione dei tessuti duri dei denti. Protocolli operativi per un risultato efficace – Dental Cadmos – Feb 2018
Evidence-based clinical practice guideline on nonrestorative treatments f carious lesions – a report from JADA Oct 20128
Analisi del paziente cariorecettivo e metodiche mini-invasive – G. Sammarco – F. Manfrini
Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva – Ministero della Salute

