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Fertilità e glutine: facciamo chiarezza

Il glutine è la principale proteina di riserva del grano e di cereali simili, presente in frumento, orzo, farro, avena, segale, kamut ecc. e fa parte di una grande famiglia che ha come capostipite la prolammina, superfamiglia che comprende le prolammine contenenti glutine e le prolammine non conteneti glutine.

Alle prolammine contenenti glutine appartengono due sottogruppi: l’avena e il gruppo delle Triticeae (che comprende grano, orzo, segale).
Mentre alle prolammine non conteneti glutine due gruppi: il riso e il mais.

Il glutine del grano è dato dall’associazione tra la prolammina detta gliadina (frazione solubile in alcool) + la glutelina detta glutenina (frazione insolubile).
La prolammina varia e definisce il nome al cereale stesso:
Gliadina, secalina, ordeina, zeina, avenalina,
– La gliadina per il grano
– La secalina per la segale
– La ordeina per l’orzo
– L’avenalina per l’avena
– La zeina per il mais

Il glutine sembra essere correlato con la fertilità a causa delle reazioni nei confronti della frazione insolubile definita gliadina nel grano, in particolare degli amminoacidi in essa contenuta immunoreattivi ossia in grado di determinare reazioni immunitarie differenti (ne abbiamo già parlato qui e qui) che distinguono anche le condizioni non fisiologiche che si scatenano:
– Reazione immunitaria innata: Non Celiac Gluten Sensitivity (NCGS) o Sensibilità al Glutine
– Reazione immunitaria adattattiva: Celiachia o Morbo Celiaco o Sprue Celiaca

Il meccanismo alla base della correlazione tra la risposta immunitaria, innata o adattativa, nei confronti del glutine e la fertilità è stato ampiamente discusso e spiegato qui.

In questo articolo invece cercherò di valutare cosa si intende per riduzione della fertilità e quali sono le evidenze scientifiche a riguardo.

Gli studi epidemiologici e clinici evidenziano una stretta correlazione tra la celiachia, non diagnosticata o non trattata, e le alterazioni nella riproduzione:
Nella fertilità femminile determina ritardo nel menarca, amenorrea secondaria, menopausa precoce, aborti ricorrenti, ipofertilità;
Nella fertilità maschile determina disfunzioni delle gonadi, alterata morfologia e motilità spermatica, riduzione dell’attività sessuale;
Nella gravidanza determina aborti ripetuti o poliabortività, parto prematuro con ridotta crescita fetale, basso peso alla nascita, alterazioni nella funzionalità placentare;
Nel post partum determina cambiamenti ormonali e immuni.

Tuttavia ci sono molti più studi riguardo la correlazione tra celiachia e infertilità rispetto alla gluten sensitivity, essendo quest’ultima meno conosciuta e annoverata nello spettro dei disordini determinati e correlati al glutine solo dal 2012.
Le donne con gluten sensitivity mostrano, come le donne celiache, la presenza di malassorbimento a livello intestinale con conseguente riduzione dei livelli di ferro, acido folico, Vitamina D e Vitamina B12 a livello ematico, strettamente connessi con la fertilità (come scritto qui e qui)

Quali sono i meccanismi alla base di questa correlazione?

Alla base della correlazione tra glutine e fertilità vi sono:

Malassorbimento e deficit nutrizionale assieme ad una risposta immunitaria che predispone alla poliabortività se non adeguatamente trattati dal punto di vista alimentare.

L’alterazione della funzione e della struttura dei villi intestinali, caratterizzante la patogenesi della celiachia, essendo responsabili dell’assorbimento dei nutrienti dall’alimentazione determina malassorbimento e in misura minore anemia e altri deficit nutrizionali selettivi, come zinco, selenio e acido folico che hanno un ruolo significativo nella gravidanza e nello sviluppo fetale.
Il deficit di Zinco è correlato con una ridotta sintesi e secrezione dell’ormone LH e FSH, determinando un’alterazione dell’asse HPG (di cui ho parlato qui e che correla l’ipotalamo, l’ipofisi e le gonadi), amenorrea secondaria, aborti spontanei e pre-eclampsia.
Il deficit di Selenio è correlato con una ridotta sintesi e secrezione dell’ormone LH e FSH.
Infine l’acido folico è stato identificato come vitamina essenziale per il metabolismo dell’acido nucleico e quindi per il corredo genetico contenuto nella cellula uovo e spermatica. Il suo deficit ha un impatto sulla proliferazione dei tessuti, come quelli embrionali, specialmente nello sviluppo neuronale.

Infine alla base delle condizioni scatenate dal glutine, sia la celiachia che la gluten sensitivity, vi è una risposta immunitaria che determina i meccanismi immunitari che se adattativi, come nel caso della celiachia, e con produzione di anticorpi predispongono alla poliabortività.

Gli anticorpi anti-TG sono in grado di legarsi direttamente all’interfaccia sinciziale della placenta determinando complicazioni durante la gravidanza. Inoltre la classe delle IgG è in grado di oltrepassare la barriera placentare e di determinare effetti diretti sul punto della placenta in stretto collegamento con il feto.

Qual è la soluzione?

Tutto ciò è reversibile mediante una dieta priva di glutine ma è importante fare una diagnosi precoce, e non sottovalutare i sintomi, in quanto se la celiachia è diagnosticata tra i 25 e i 29 anni il tasso di infertilità aumenta del 41% rispetto alle donne della stessa età non celiache.

Ecco dunque l’importanza di non trascurare, nelle bambine e nelle adolescenti, tutti quei sintomi che possono far pensare ad una celiachia o ad una sensibilità al glutine, soprattutto per le sue conseguenze a lungo termine, pur essendo reversibile.