Allergia ai dentifrici: mito o realtà?
l dentifricio è un cosmetico ( raramente presidio medico ) presente in tutte le case. La sua formulazione conta generalmente una ventina di ingredienti che però subiscono modificazioni continue grazie alla costante ricerca scientifica e alle necessità cliniche e commerciali di innovazioni in campo cosmetico.
In linea di massima gli ingredienti ( attenzione: la formula esatta la conosce solo il chimico che produce il dentifricio ) sono suddivisi nelle seguenti categorie:
– umettanti ( ingredienti che impediscono al dentifricio di seccarsi )
– acqua
– abrasivi
– ingredienti cosmetici tra cui aromi, profumi e coloranti
– tamponi, leganti e tensioattivi
Umettanti, acqua e abrasivi costituiscono oltre il 90% della formulazione di un dentifricio.
Per dare una pratica definizione di reazione allergica mi sono fatta aiutare dalla dottoressa Federica Osti, dermatologa:

Una allergia si verifica quando un individuo manifesta una reazione eccessiva ad una sostanza (che può essere un alimento, un polline, un oggetto, un cosmetico) che viene definita “allergene”. Gli allergeni sono sostanze normalmente presenti nell’ambiente in cui viviamo e normalmente non inducono alcuna reazione nel nostro organismo. A meno che, non siamo allergici.
La reazione può verificarsi immediatamente dopo il contatto con l’allergene oppure può svilupparsi dopo un’esposizione ripetuta. Facciamo un esempio usando come allergene il Nichel. Quando una persona allergica entra in contatto con il metallo, il suo sistema immunitario crede erroneamente che questo gli stia causando un danno e produce un ormone, chiamato istamina, in risposta: ciò può causare un’eruzione cutanea se il contatto è avvenuto con la pelle, oppure addominale se l’allergene è stato ingerito con gli alimenti.
Reazioni avverse o reazioni allergiche?
Prima di entrare nel dettaglio delle allergie intraorali va fatta una precisazione importante: la reazione allergica è una cosa, le manifestazioni avverse sono un’altra.
Facciamo un piccolo esempio chiarificatore: dopo aver usato il dentifricio si desquama l’interno delle guance.
Esistono dei dentifrici in commercio che hanno nella loro formulazione un quantitativo di acqua, molto al di sotto della percentuale normalmente presente (30-50%).
Questa caratteristica è stata riportata in letteratura come responsabile della desquamazione delle mucose ( interno delle guance e delle labbra, ma anche delle gengive ) in alcuni case report.
Queste manifestazioni, totalmente reversibili con la sospensione dell’uso del dentifricio responsabile, sono definite come TIME ovvero Toothpaste Induced Mucosal Etching. Queste desquamazioni, simili ad un vero e proprio insulto chimico-fisico dei tessuti, non hanno ripercussioni nella profondità delle mucose ( che non sono dolenti ne arrossate ) ne a livello sistemico. Quindi non sono definibili reazioni allergiche.
Anche il famigerato SLS ( sodium lauryl solfato ) può dare manifestazioni di questo tipo.
Nello studio della letteratura su questo tema ho ritrovato più volte indicazioni di questo tipo “ true intraoral allergy must be differentiated from mucosal irritation caused by other components of toothpaste” motivo per cui ho voluto fare questa premessa.
Oral Contact Allergy: vediamo ora cosa sono le allergie intraorali
I casi riportati di allergie manifestate a livello o a partire dal cavo orale sono sostanzialmente a seguito del contatto con tre elementi:
1. Cibi
2. Prodotti dedicati alla cura della bocca ( dentifrici, collutori, gel topici ma anche spazzolini e fili imbevuti)
3. Materiali dentali ( oro, leghe metalliche, acrilico, ma anche il lattice dei guanti dell’operatore )
Come potrete immaginare la connessione tra cibi e ad esempio dentifrici è reale: nei dentifrici sono contenuti degli aromi e degli oli essenziali che sono presenti anche in alcuni alimenti.
Ecco quindi che, per fare esempi pratici, è possibile manifestare reazioni allergiche ad un dentifricio che contenga olio essenziale di menta peperita o cannella ( maggiormente riportati responsabili di reazioni allergiche ).
Ma anche agenti leganti come lo xanthan gum e agar agar sono stati riportati in letteratura come potenziali allergeni. Idem per l’ idrossido di alluminio, la clorexidina, la propoli e tanti altri.
Ma quindi cosa fare?
Bisogna evitare tutti i dentifrici del mondo?
No. Bisogna fare caso a quello che succede in bocca dopo l’utilizzo del dentifricio ( o collutorio ).
Solo nel caso in cui si manifestassero reazioni allergiche si devono prendere provvedimenti.
Ma andiamo per gradi.
Allergie al dentifricio: come si manifesta la reazione allergica in bocca?
Uno dei motivi per cui in letteratura ad oggi non ci sono grandi review sistematiche o indicazioni ben precise su queste manifestazioni è che molto spesso possono essere scambiate per altro.
Clinicamente infatti si manifesta con:
1. interessamento della pelle:
– cheilite angolare ( fissurazioni della commessura delle labbra )
– dermatite delle labbra
– dermatite periorale
2. interessamento del cavo orale:
– eritema delle mucose con vescicole e/o bolle
– desquamazione delle mucose con sottostrato arrossato e dolente
– edema ( gonfiore delle guance e/o delle gengive e/o labbra)
– glossite ( rigonfiamento della lingua )
– bruciore della bocca generalizzato
– ulcerazioni delle mucose
– temporanea perdita del senso del gusto
– afte ricorrenti
3. asma
4. shock anafilattico
Alcune di queste manifestazioni assomigliano anche ad altre problematiche ( candidosi, lichen planus- ertitematoso, ipovitaminosi, lesioni cancerose … ) e quindi la diagnosi differenziale diventa complessa: solitamente nemmeno il dentista o l’igienista dentale pensano al dentifricio come primo responsabile di eventuali modificazioni all’interno della bocca.
Questo perché fortunatamente le manifestazioni allergiche a livello della bocca sono rare, probabilmente grazie alla capacità protettiva della saliva che contrasta il contatto con gli allergeni, ma anche per l’alta vascolarizzazione dei tessuti epiteliali della bocca che inibiscono la permanenza a lungo termine degli allergeni sulle loro superfici.
La dottoressa Osti ci dice anche che un’altra motivazione per cui non è semplice identificare queste reazioni allergiche è che nei Patch Test standard non vengono testati il mentolo o gli altri aromi contenuti nei dentifrici, né tantomeno sono presenti queste sostanze nella serie specifica per le allergie odontoiatriche. Per testare quindi il mentolo o un altro aroma è necessario sospettarlo alla prima visita e richiedere esplicitamente di testarlo.
Cosa fare in caso di sospetta reazione allergica al dentifricio?
1. La prima regola è il buonsenso: se, per esempio, siete allergici alla menta o alla cannella non sceglietevi un dentifricio che le contenga
2. non andate nel panico: una cosa interessante sugli olii essenziali è che anche quelli di uno stesso tipo ( es. menta peperita ) non sono mai uguali tra loro. Si possono manifestare reazioni allergiche ad un dentifricio per via della menta ma non manifestarle con un altro dentifricio sempre alla menta. Questo perché la pianta da cui si estrae l’aroma del mentolo non è sempre la stessa e la struttura chimica della sostanza subisce modificazioni anche in base a dove viene coltivata, all’ ambiente e le sostanze che ha assorbito. Quindi non tutte le mente sono uguali! Per questa interessante curiosità ringrazio il Prof. Renato Bruni, Professore Associato in Biologia Farmaceutica presso il Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Parma, divulgatore scientifico e autore di “Le piante son brutte bestie. La scienza in giardino” , “Bacche Superfrutti e piante miracolose” , “Erba Volant, imparare l’innovazione dalle piante” .
3. sospendere l’utilizzo del dentifricio in uso e conservarlo per una eventuale valutazione più attenta degli ingredienti
4. rivolgersi al dentista di fiducia segnalando la coincidenza dentifricio-manifestazione e valutare un consulto dal dermatologo, soprattutto nel caso di coinvolgimento della zona periorale
Questo argomento è davvero vasto, potremmo spulciare la letteratura scientifica per giorni perché ci sono molti ragionamenti incrociati: ad esempio anche il mondo delle reazioni allergiche ai materiali dentali è enorme!
La cosa interessante è che proprio per via della difficile diagnosi differenziale e anche perché con il Patch Test è difficile intercettare le allergie ai dentifrici, ci sono molti case report ma non abbastanza per superare la soglia del “ rumore” e far partire una indagine più forte sul tema.
Questo articolo è nato per caso a seguito di una domanda che ho ricevuto su Instagram e che ho girato a Federica ( che ringrazio di cuore per la eccezionale prontezza a fornirmi indicazioni e materiale su cui studiare ) , alla ricerca di un confronto tra professionisti di settori diversi e abbiamo scoperto quanto scambio può avvenire in queste occasioni, che di fatto hanno il potere di aprire la mente di noi clinici e cambiare anche la nostra impostazione, spesso chiusa, di lavoro.
L’attività di divulgazione scientifica on line della Dottoressa Federica Osti è lodevole, è membro del board scientifico editoriale di www.myskin.it e @myskin.it ( Instagram ): se cercate informazioni sulla dermatologia non perdetevi i suoi contenuti.
