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Allattamento: i consigli dell’osteopata

Il bambino quando ha fame piange: è vero, ma i piccoli possono piangere anche per dimostrare debolezza o immaturità nella suzione, durante l’allattamento materno o con il biberon.

Succede frequentemente che le mamme riferiscano che il proprio bambino si strozza spesso e ciuccia in maniera disorganizzata. Infatti, l’atto del nutrimento è il risultato della coordinazione di diversi riflessi neonatali: riflesso di cercamento, riflesso di suzione e riflesso di deglutizione.
Il riflesso di suzione si sviluppa quando il bambino è ancora in grembo materno, e in genere completa la sua maturazione alla 36ma settimana di vita fetale e  in condizioni fisiologiche permane fino ai 10-11 mesi; scompare dopo l’anno, quando la suzione diventa un atto di tipo volontario e non più riflesso.

Durante l’allattamento, quando il neonato entra in contatto con il capezzolo o con la tettarella del biberon avvia una serie di movimenti coordinati della lingua insieme all’attivazione dei muscoli delle labbra e della parte anteriore del collo.
In alcuni casi però questo meccanismo appare meno efficace a causa di un cattivo coordinamento motorio di tutti i muscoli e nervi preposti a questa funzione.

Da cosa potrebbe dipendere?
– da una completa o parziale funzionalità di uno o alcuni dei nervi cranici implicati nel meccanismo della suzione
– dall’immaturità del riflesso di suzione conseguente ad una nascita prematura del bambino
– dalla presenza di anomalie orali come l’anchiloglossia che è causata da un frenulo linguale corto e spesso
– da difficoltà legate alla conformazione del capezzolo della mamma
– da posizioni incorrette del bambino mantenute durante l’allattamento o durante la vita quotidiana.

Il parto gioca un ruolo importante nel disturbo della suzione?

Durante il parto, il neonato si adatta al passaggio dal canale vaginale grazie ad una combinazioni di movimenti di tutto il corpo, compreso il rimodellamento momentaneo della forma del cranio. Questo rimodellamento riguarda soprattutto la base cranica, dalla quale fuoriescono diversi nervi, in particolare, il nervo glossofaringeo e il nervo ipoglosso, responsabili della sensibilità e della motilità della lingua, quindi se durante la fase espulsiva la base cranica viene sottoposta ad uno stress eccessivo, lo scorrimento di questi nervi viene alterato, causando una suzione meno efficiente durante l’allattamento.

Inoltre, durante la fase espulsiva il piccolo per emergere compie un’ estensione cervicale e se questo movimento è eccessivo si possono instaurare alterazioni della mobilità a carico delle vertebre cervicali, che creano disconforto ad assumere determinate posizioni necessarie per l’allattamento e quindi provocando difficoltà nella suzione.
In aggiunta, eventuali posizioni scorrette del capo del bambino mantenute per lungo tempo durante la giornata, come per esempio l’adagiamento prolungato nell’ovetto, possono influenzare la forma cranica e l’elasticità della muscolatura del collo andando ad ostacolare in maggior misura la suzione.

In che modo il trattamento osteopatico può agevolare la suzione?

L’Osteopata, in assenza di patologie neurologiche gravi o anomalie congenite orali, è in grado di identificare e trattare con un approccio manuale delicato le eventuali alterazioni muscolo-scheletriche che predispongono ad una difficoltà nella suzione e a possibili disturbi funzionali di altri distretti. Questo avviene tramite un’anamnesi profonda della gravidanza e del parto e una valutazione palpatoria delle principali zone sovraccaricate durante la fase espulsiva, in modo tale da garantire un benessere del neonato. È fondamentale intervenire nei primi mesi di vita per sfruttare l’elasticità dei tessuti molli di cui è costituito il bambino di poche settimane.allattamento e osteopatia

Allattamento: i consigli dell’osteopata

Skin-to-Skin contact. È consigliato avvicinare il bambino al seno il prima possibile dopo il parto per incoraggiare il riflesso di eiezione della madre che consiste nell’erezione del capezzolo materno, la produzione e la fuoriuscita del latte. Inoltre, la suzione del bambino è in grado di stimolare il rilascio di alcuni ormoni (prolattina e l’ossitocina) che stimolano produzione del latte materno.

Prova altre posizioni. Provate posizioni diverse da quelle classiche per l’allattamento al seno (sdraiarsi sul fianco mentre allatta o posizionare il bambino frontale al seno), ricordandosi sempre di collocare il piccolo pancia contro pancia, sistemando il bambino in modo tale che il nasino sia di fronte al capezzolo.

Asseconda il tuo bambino. Non attendete che il seno sia gonfio per allattare il proprio piccolo, perché così facendo la produzione di latte potrebbe calare, al contrario bisogna cercare di assecondare le richieste del bambino per stimolare la produzione di latte (nei neonati sani, la richiesta potrebbe essere da 8-12 poppate al giorno).

Prenditi cura di te stessa. Bevete molto e provate a massaggiare il seno per incoraggiare lo scorrere del latte.

Condizioni ottimali. Non obbligate il vostro bambino a bere o mangiare mentre piange, il piccolo prima deve essere messo nella condizione di poppare serenamente e poi nutrito.

Tettarella Biberon. Posizionate il biberon in verticale per far sì che il bambino deglutisca meno aria possibile e cercate di utilizzate una tettarelle piccola nei primi mesi, che assomigli al capezzolo della mamma, in modo tale da stimolare e sviluppare la sua capacità di suzione.

Assistenza. Rivolgetevi al  pediatria o un consulente esperto se il numero delle poppate o la crescita del bambino non sembra adeguata, per ottenere le corrette informazioni riguardo l’allattamento al seno e/o artificiale.

 

“E’ più facile costruire bambini forti, che riparare uomini rotti”.
F. Douglass